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Playlist Puntata
Failure - Kings of Convenience
Loser - Beck
The Mariner's Revenge Song - The Decemberists
Calypso Queen - Calypso Rose
Prima Storia: Storia di un fallimento di Katia Salviato
Quando ero bambina, in quarta elementare o giù di lì, facevo parte del coro della mia parrocchia: il Coro delle Voci Bianche. Eravamo tutti (con larga maggioranza di bambine) più o meno della stessa età e, in genere, provavamo una volta alla settimana, esibendoci poi nelle messe più importanti, tipo la messa di mezzanotte alla vigilia di Natale o quella del mattino dopo. Del coro faceva parte anche una ragazzina poco più grande di me che, proprio acausa dell'età leggermente superiore, e per il fatto di esibirsi in alcuni pezzi nelle vesti di solista, era molto ammirata da me e Michela, una mia compagna di classe all'epoca. Quell'altra, la solista, non ricordo minimamente che nome avesse. Per esigenze di narrazione, d'ora in poi verrà chiamata Silvia.
La mattina successiva ad una delle prove, prova alla quale non avevo potuto partecipare per qualche motivo, Michela mi corse incontro, arrivando in classe, e mi disse solenne, concitata per l'emozione: - Katia! Non puoi credere a quello che è successo! Ieri al coro ero vicino a Silvia! - Dai! Davvero? - le dico io - Sì, lo giuro! - mi risponde - E sai cosa? ad un certo punto si è girata verso di me e mi ha detto...che ho una bella voce! - Ah! Che bello! Che fortunata! - le dico - Sono felice per te. Sì, felice. Cioè, per una - UNA - volta che manco dalle prove, lei, la mia Venerata, prende atto della presenza di una di noi "Ancelle Adoranti", ovviamente NON la sottoscritta, e ADDIRITTURA le fa un complimento? Ah, no, non funziona così: la prossima volta, cara Silvia, dovrai prendere atto anche della MIA esistenza. Vedrai.
Non fu alla prova successiva, prova alla quale, secondo il mio punto di vista, Michela mi rimase appiccicata come una ventosa facendo da tappo tra me e Silvia, non fu alla prova successiva insomma che potei prendermi la mia rivincita, ma una delle settimane seguenti. Quel mercoledì Michela non c'era. E non solo lei non c'era, ma Silvia, per qualche strano movimento degli astri, si venne a mettere proprio accanto a me. Improvvisamente le mie mani iniziarono a inumidirsi, mentre al contrario avevo la bocca che pareva essersi foderata di velluto. Era il mio momento! Il grande momento della mia rivincita! Ok, ora non farti prendere dal panico. Ecco, brava, saluta e sorridile garbatamente e con noncuranza.
E, adesso che inizia la musica, impugna le fotocopie coi testi e, con estrema naturalezza, canta! Canta come se il mondo fosse la tua orchestra, canta come se avessi dentro di te Maria Callas e il coro dell'Antoniano, e aggiungi se puoi alla tua voce un pizzico di devozione a Gesù, che, visto il luogo in cui siamo, tutto sommato non guasta. E così, cantai. Cantai modulando con le mie corde vocali di bambina sfumature soavi da cherubino, insaporendole con quell'intensità che solo l'ispirazione più sincera può dare, e aggiungendo una nuance di caparbietà agli acuti - a mio parere, il tocco vincente. Il primo pezzo era finito e stavamo per attaccare col secondo, quando mi sentii toccare piano la spalla destra. - Scusa? Oh porca miseria, eccola! Silvia. Era il mio momento! Mi voltai, sorridendo con umiltà. - Sì, Silvia, che cosa c'è? - chiesi. Ero pronta a pregustare il mio trionfo. - Scusa ma potresti cantare un po' più piano, per favore? - mi disse lei – Prima mi stavi urlando nelle orecchie.
Seconda Storia: Il pirata più sfigato di sempre
Stede Bonnet era figlio di un ricco proprietario terriero delle Barbados, cresciuto in una piantagione di zucchero e diventato a sua volta un uomo d'affari con 94 schiavi, una moglie e tre figli. Un giorno decide di farsi costruire una nave, ingaggiare un equipaggio e diventare un pirata. Solo che fare il pirata non è così facile e Stede Bonnet lo scoprirà il giorno in cui incontrerà un vero pirata, il più terribile di tutti i tempi, il cui solo nome terrorizzava i mari delle indie occidentali: Edward Thatch, meglio conosciuto come Barbanera
Noi abbiamo scoperto la sua storia grazie a un episodio di This American Life che si intitola I am not a Pirate
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