Sempre più spesso io mi rincantuccio
in questa tana quasi d'animale
due mandarini o una banana sbuccio
mentre mi arriva l'eco del giornale:
d'intendere a fatica non mi cruccio
che meno so e meno ci sto male.
Chissà se sono io che non comprendo
o è il mondo che si sta putrefacendo

E tutto mi fa pena e il suo contrario
sento rumori osceni dalla via,
anche il silenzio ha un vizio straordinario:
pastura l'acqua alla malinconia
e si apre sullo schermo uno scenario
veleno per la mia ciclotimia:
sento il bisogno vivo di emigrare
se invece foste voi, però, a sloggiare?

L'idea s'insinua lieta nella mente
un'arca di Noè, ma all'incontrario
su cui invitarvi a bordo, bella gente:
un tour stupendo, interplanetario
l'andata non vi costa proprio niente
ma del rientro non si sa l'orario.
Basta viaggiare con la fantasia
e subito ritorna l'allegria.