Prima puntata

Domenica 27 maggio alle 21.30

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    Primavera 1944. La regione al confine fra Polonia e Germania. Il conflitto ha subito un graduale capovolgimento di fronte, e la forza militare tedesca, che sembrava invincibile, sta subendo rovesci drammatici. Un camion militare nazista attraversa strade sconnesse e bombardate. A bordo, fra gli altri, due prigionieri italiani: Mario e Vittorio.
    Mario è un concentrato dei difetti italiani: opportunista, individualista, spaccone. Vittorio è un giovane strappato agli studi: timido, intellettuale, schivo. Tutti e due sono diretti ad un campo di prigionia tedesco.
    Nello stesso momento, un altro camion porta un carico di ebrei. Una madre disperata approfitta di un rallentamento per far cadere, in strada, il suo bambino di sei anni, Joel: lo affida alla sorte per sottrarlo a morte sicura. Mario e Vittorio si rendono presto conto che la situazione al campo è insostenibile. Il comandante, il maggiore Weber, è un uomo crudele e sommario nelle punizioni. Nell’ora del declino del Reich, continua a credere ottusamente al futuro trionfo del nazismo e sfoga le sue frustrazioni sui prigionieri, umiliandoli e sfinendoli con l’intento di ridurli a mere cose, privandoli della loro dignità e umanità.
    Nel campo fra i prigionieri regna quindi l’anarchia, la legge del più forte, abbrutiti, tutti sono nemici fra loro. L’unico che si distingue è Alex, un ufficiale inglese che lotta con tutte le sue forze per mantenere la sua dignità di uomo e che guarda con dolore all’abbrutimento dei compagni di prigionia. Durante un’estenuante giornata lavorativa all’esterno del campo, Mario trova per caso un bambino apparentemente abbandonato. E’ il piccolo Joel, rifugiatosi lì dentro. E’ chiaramente denutrito e semiassiderato, e Mario non può far altro che bussare alla casa più vicina. Gli apre una ragazza polacca, Kasia. E’ sospettosa, diffidente, spaventata. Ma davanti al piccolo abbandonato, e alle insistenze di Mario, prende il piccolo ebreo in casa con sé.
    Desideroso unicamente di salvarsi la pelle anche se il prezzo è far buon viso ai tedeschi, Mario senza rendersi conto comincia piano piano ad interessarsi alla sorte di quel bambino sconosciuto e di quella donna a cui l’ha affidato. Alex, che l’osserva da tempo, comincia a notare fra le pieghe dell’egoismo di Mario la nascita di sprazzi di generosità che lo spiazzano e contemporaneamente lo avvicinano a lui. Ed è proprio Alex ad avere l’idea che cambierà i destini di tutti loro: in un mondo libero, in quel mondo che i tedeschi stanno tentando di fargli dimenticare, dice, nell’estate del 1944 si celebrerebbero le Olimpiadi. Da ex atleta, propone agli altri prigionieri di disputare, di nascosto dai tedeschi, i giochi olimpici. E’ il modo, dice, di cercare di recuperare dignità e integrità umane. I reclusi discutono fra loro. L’idea è pericolosa, ma affascinante, e piano piano si fa strada…
    Intanto Mario si trova sempre più coinvolto nei confronti di Kasia e di Joel. Quella donna e qual bambino gli entrano nel cuore tanto che senza rendersi conto comincia a pensare a loro come alla propria famiglia e a rischiare sempre di più pur di vederli anche solo un attimo, pur di stringerli a sé. Mentre nel campo i preparativi per le Olimpiadi segrete procedono a costo di grandi sacrifici ed enormi rischi, fra i prigionieri qualcosa comincia a cambiare ed una forza nuova sembra impadronirsi di loro…
    Ma un tentativo di fuga getta il campo nel terrore: per ogni prigioniero che fugge ne verranno fucilati dieci e fra i condannati c’è anche Mario. Kasia assiste sgomenta all’esecuzione e fugge disperata credendo Mario morto. Quello che la ragazza non sa è che Weber ha inscenato, sadicamente, una finta esecuzione, salvo poi sparare personalmente alla tempia dell’inglese che aveva tentato la fuga. Nel campo, l’ennesimo episodio, scatena la rabbia di tutti. In molti discutono se di fronte ad una crudeltà simile abbia ancora senso spendersi per disputare le Olimpiadi ma alla fine ognuno sente che non è disposto a rinunciare a quella scintilla di ritrovata dignità che ha sentito nascere dentro di sé nella prospettiva di gareggiare da uomini. Le Olimpiadi dunque si faranno.
    Mario rischia il tutto per tutto per andare da Kasia, sapendo che lei lo crede morto ed arriva giusto in tempo per difenderla dall’aggressione del suo ex fidanzato che, appena tornato dal fronte, non accetta che lei lo rifiuti. Mario vede Eric su di lei e lo aggredisce. Combattono, ed è solo con l’aiuto di Kasia che Mario ha la meglio, e riesce ad uccidere Eric. Lui e Kasia, ancora sconvolti dall’accaduto, seppelliscono il corpo di Eric in giardino. Il giorno dopo è quello dell’inizio delle Olimpiadi. Con commovente solennità si dà inizio ai Giochi. Contemporaneamente, delle SS entrano in casa di Kasia. Cercano proprio Eric, che non si è presentato in caserma. Hanno i cani, che si mettono ad annusare, fino ad arrivare in giardino. Scavano. Intanto, al campo, le guardie si sono accorte che qualcosa non va ed arrivano a scoprire i prigionieri… Da Kasia, intanto, i cani smettono di scavare: hanno trovato qualcosa. Ma è soltanto un falso allarme. Kasia tira un sospiro di sollievo, ma la voce di una SS la fa voltare: il tedesco ha con sé Joel, e chiede a Kasia chi sia e da dove venga quel bambino…

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