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Un palco all'opera, tra ieri e domani

in onda domenica 27 ottobre alle ore 15,30

Un palco all'opera, tra ieri e domaniQuest'oggi, sfruttando appieno la fantastica possibilità di viaggiare con i nostri ascolti vagando qua e là nel tempo e nello spazio, potremo accomodarci nel palco di un teatro d'opera immaginario dove scorreranno magnifici cantanti; tra il primo ascolto e l'ultimo intercorrono la bellezza di 90 anni che la qualità dell'audio talvolta tradisce con evidenza, ma speriamo non impedirà di gustare questa ricca offerta musicale.

Inizieremo con una delle cavatine più celebri del repertorio operistico, quella di Rosina dal Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, e ad interpretarla è uno dei soprani di coloratura più famosi degli anni '20, la spagnola Maria Barrientos (1884 - 1946); cantante di ampio repertorio la Barrientos lasciò molte registrazioni discografiche (tra cui le 7 Canciones Populares Espanoles di Manuel de Falla con il compositore al pianoforte); di Rosina si ricordano alcune sue storiche interpretazioni al Metropolitan nel 1918, in cui la cantante è apprezzata sia per il suo grande fascino femminile sia per la voce, che i giornali dell'epoca paragonarono a quella di un usignolo.

Andando all'opposto sia nella forma che nella durata, vi proporremo un lungo ascolto tratto dal II atto della Favorita di Gaetano Donizetti; si tratta delle prime tre scene dell'atto, che presentano lunghi recitativi, concertati, arie e culminano nel suggestivo duetto finale; grandissimi interpreti (qui Cossotto e Bruscantini, e nell'allestimento anche Kraus) sono diretti da Oliviero De Fabritiis in una memorabile registrazione realizzata a Tokyo nel settembre del 1971.

Nel nostro panorama, rapido ma scelto, non può mancare la Divina, Maria Callas: nel 1951 la cantante aveva ventotto anni, era nel pieno delle sue energie artistiche e spesso regalava qualche perla al suo pubblico; le recite sudamericane di Aida quell'anno rimasero leggendarie per un mi bemolle sovracuto, 6 meravigliosi secondi con cui la Callas conclude il II atto; di quello storico allestimento realizzato a Città del Messico vi proponiamo il finale del III atto con Mario Del Monaco e Giuseppe Taddei.

Nelle prime opere in musica il Prologo era un elemento quasi d'obbligo, in cui librettista e musicista affermavano le rispettive motivazioni artistiche, specificandole quasi a giustificazione del loro operato: così nell'Euridice di Peri e di Caccini, nelle grandi opere di Claudio Monteverdi come anche, molti anni dopo, ad esempio nell'Orfeo di Gluck.

Il Prologo de I Pagliacci di Leoncavallo è un brano immancabile nel repertorio del baritono (qui il grande Tito Gobbi), ma è pure un momento di rilievo nella drammaturgia a cavallo tra 8 e '900 perché apre anche nel teatro italiano una finestra di comunicazione tra i personaggi sul palcoscenico ed il pubblico, anticipando temi pirandelliani.

Presentiamo ora incisioni più recenti, sempre nel filone tradizionale delle arie d'opera; anche se il verismo non è certo il campo principale in cui l'americana Barbara Hendricks si sia cimentata, ascolteremo volentieri la sua voce sempre espressiva e raffinata; seguirà un astro nascente del compartimento tenorile, il polacco Piotr Beczala interprete di un'aria verdiana.

Il genere del valzer viene inglobato nel teatro musicale sempre con un effetto dirompente di energia e movimento: così avviene per Margherita - qui la splendida Renée Fleming - nel suo sogno ad occhi aperti; ugualmente magico è il gallese Bryn Terfel con il suo Papageno e soprattutto con la sua voce, una delle più versatili e belle degli ultimi anni.

Vogliamo concludere il nostro viaggio con un duetto belliniano proposto dalle giovani validissime voci di Anna Netrebko e Rolando Villazon, stelle discusse ma apprezzatissime dalla critica internazionale, unite in una recente incisione discografica.

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