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Herbert Howells, un inglese DOC

in onda domenica 24 novembre alle ore 15,30

Herbert Howells, un inglese DOCOggi ascolteremo composizioni di un autore inglese assai conosciuto in patria ma non molto noto in Italia, e cioè Herbert Norman Howells (1892 - 1983).

Compiuti gli studi musicali a Londra, nel 1915, all'età di 23 anni - colpito da una disfunzione alla tiroide - Howells fu il primo inglese ad essere sottoposto ad una radioterapia, tecnica allora non ancora sperimentata; principale attività di quegli anni fu quella di prestare servizio in diverse Cattedrali della capitale come organista, mentre diventò poi un valido insegnante al Royal College of Music, incarico che tenne per moltissimi anni.

La musica sacra è forse il fulcro della produzione di Howells, e l'"Hymnus Paradisi" ne è la composizione più nota; scritto nel 1938 in memoria del figlioletto Michael (morto tre anni prima), esso rappresenta per Howells la realizzazione catartica del suo dolore:"L'improvvisa perdita di un figlio costringe un compositore a cercare riposo e consolazione nel linguaggio e nei termini a lui più propri. La musica può ben avere il potere di offrire quel riposo e quel conforto. Nel mio caso fu così".

Howells incluse nell'Inno parti di un Requiem latino composto precedentemente e testi inglesi di provenienza biblica e non; il compositore con doloroso riserbo tenne nel cassetto la partitura per molti anni, accettando di eseguirlo solo nel 1950, grazie alle insistenze di Ralph Vaughan Williams, suo mentore ed amico.

Il linguaggio di Howells, pur non attingendo direttamente alla tradizione delle folksongs inglesi, è assai vicino - nell'ispirazione e nel colore- a quello del suo compatriota Vaughan Williams; con lui e Gustav Holst Howells condivide anche il frequente uso dei modi liturgici e delle scale pentatoniche.

Con la tradizione anglosassone Howells sentiva un legame quanto mai curioso, come ebbe a dire in un'intervista del 1977: "Per tutta la vita ho avuto la strana sensazione di appartenere in qualche modo al periodo dei Tudor - non solo musicalmente ma in tutti i sensi" e secondo Vaughan Williams egli sarebbe stato addirittura una reincarnazione di un Tudor; nella prima parte della vita Howells si era dedicato soprattutto a composizioni orchestrali e cameristiche, e da questo repertorio ascolteremo la "Pastoral Rhapsody".

Il legame tra la musica di Howells e la tradizione è testimoniato anche dalla cospicua presenza nel suo catalogo di molte opere d'occasione (come il Mottetto composto dopo l'assassinio di John F. Kennedy) in quella forma specificamente anglosassone che è l'Anthem, parzialmente corrispondente al nostro mottetto; dai "Three Carol Anthems" composti tra il 1918 ed il '20 ascolteremo Sing Lullaby.

Nella visione "filosofica" di Howell l'attività della composizione è totalmente svincolata sia dagli aspetti economici che dalla fama: "Mi guadagno pane e burro come insegnante, non come compositore; la composizione non è per me una necessità materiale nel senso finanziario: non scrivo per vivere. Non ho mai desiderato essere sotto lo sguardo del pubblico... Uno o due lavori mi hanno portato un qualche successo...ma in generale ho sempre scritto principalmente e soprattutto perché volevo o avevo bisogno di scrivere; l'esecuzione, la pubblicazione e il resto tendo - a torto o a ragione - a lasciarli agli altri".

Pur non essendo un vero e proprio virtuoso dell'organo, Howells scrisse molto per il suo strumento, e queste opere sono tuttora copiosamente incluse nei servizi sacri delle chiese anglicane; ne ascoltiamo due, ispirate a due Salmi tra i più belli della Bibbia: il XXIII ed il XXXIII.

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