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L’inverno della cultura

Recensione - Le novità editoriali

Normale come nei giorni della Fiera della media e piccola editoria (tenutasi a Roma a ridosso dell’Immacolata, una volta scongiurato il pericolo saltasse; e lo stesso con il rischio, stando alle voci, si sia trattato dell’ultima volta...) la stampa abbia dato spazio alle novità del settore. Novità che sostanzialmente consistono in ampie e spesso contraddittorie riflessioni sul destino del libro, sulle indicazioni del mercato e sui cambiamenti, oramai imprevedibili, delle tendenze del pubblico. E il gusto, ci domandiamo, esiste ancora tra tutte queste voci?

Reso omaggio ancora a Ken Russell e pensando ai suoi “Stati di Allucinazione”, ammettiamo i nostri stati di confusione! Repubblica del 10 dicembre svela le previsioni apocalittiche degli editori, basandosi sulle vendite in calo del 2011 (pari a 7 milioni di Euro in meno) e indicando tra le ragioni il crescente fenomeno dei libri fai da te che riduce il ruolo dell’editore. Il mestiere – conclude l’autore del pezzo, Stefano Mauri – serve ancora, mentre nella stessa pagina viene annunciato il trionfo in Usa di Darcie Chan, che nell’era dell’e-book si è appunto autoprodotta il romanzo “The Mill River Recluse”; dove raccontando di una ricca vedova che regala la propria ricchezza a sconosciuti cittadini, ha rispolverato il fascino del feuilleton e venduto oltre 500mila copie.

Poi è la volta dell’Unità del 9 dicembre, dove Maria Serena Palieri scrive per superare la flessione del mercato la strategia è semplice: offrire titoli a prezzi ridotti. Pezzo d’autore del Messaggero del 7 dicembre, che affida a Goffredo Fofi un’interessante disamina; secondo la quale le piccole e medie case editrici di Roma, più brave ad esplorare le nuove culture e il sociale, sono in grado di sfidare i grandi gruppi del Nord. Vengono in mente i deliri anni Ottanta del Processo del Lunedì, dove Aldo Biscardi e i suoi tuonavano contro i complotti di Milan, Inter e Juve. Poi due pezzi uno dopo l’altro su Repubblica: il primo uscito l’8 dicembre a firma di Alessandra Rota sulla crisi della Fiction che non vende più; accentuata dalla sofferenza degli editori indipendenti e dalle vendite in calo, cui fa da contrasto il successo di best-seller, ricette e narrativa per ragazzi. Il secondo uscito l’indomani, firmato da Michele Smargiassi e orientato su quelli che sono i veri lettori: i non vedenti (!) che consumano in media nove libri l’anno. Replica gli stessi giorni il Corriere. Il 7 dicembre fa uscire un articolo di Aldo Grasso, sul nuovo Zanichelli concepito secondo i criteri di Google; e il giorno dopo pubblica un fondo di Alessia Rastelli sull’ebook; che raddoppia ma non decolla (pure se gli editori con catalogo elettronico passano da 94 a 284) e i cui lettori amano leggere i thriller. Non cambia niente. Al punto Maria Teresa Carbone (sul Manifesto del 26 novembre, nella sua rubrica Ex Press e al termine di un editoriale come sempre ben documentato) ha messo tutti in guardia: il futuro del libro sarà pure luminoso, come si affrettano a ricordare gli esperti ogni quarto d’ora, ma il presente è nero o grigio fumo.

Nel frattempo si muove la Chiesa e Repubblica del 14 dicembre segnala il Cardinale Gianfranco Ravasi, ‘ministro’ della cultura del vaticano e persino papabile secondo molti osservatori, dichiara di studiare i Social network, di voler aprire a Twitter e di avere un blog con cui dialogare, tra gli altri, con i manager di Google. Il cybercardinale non ha dubbi: portiamo la fede sul web. Estendiamoci.

Invece riguardo l’arte sono tutti d’accordo; da Charles Saatchi – il più influente e spregiudicato collezionista d’arte, inventore dei vari Damien Hirst, Jeff Koons e Chapman Brothers – che sulle colonne del Guardian, in un pezzo poi ripreso dal Corriere l’8 dicembre, ha definito l’arte contemporanea mostruosa e volgare; a Jean Clair, l’ex direttore del Centro Pompidou che su L’Unità dell’11 dicembre ha ribadito a Paolo Di Paolo quanto articolato nel suo libro “L’inverno della cultura” (Skira), e cioé che gli artisti attuali sono tutti ladri e imbroglioni. Fa piacere infine apprendere che Francesco Manacorda, giovane Direttore della fiera d’arte contemporanea di Torino “Artissima”, sia stato chiamato a guidare la prestigiosa Tate Liverpool. Gli italiani lo fanno meglio, ogni tanto. E lo ricorda, pure se parlando di un altro argomento, il Corriere del 7 dicembre; che segnala il libro “Scurriculum” (Aliberti) di Paolo Casicci e Alberto Fiorillo sul sempiterno tema della demeritocrazia e della raccomandazione. Ne sapete niente?


A cura di Vittorio Castelnuovo
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