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Ilaria Capua

Dal 1998 al 2006 l'influenza aviaria si diffonde in tutto il globo. Milioni di volatili vengono abbattuti con gravissimi danni per l'economia mondiale, soprattutto asiatica.

Scatta la psicosi da epidemia, i media soffiano sul fuoco e antiche paure riemergono. E' in Veneto, cuore della produzione nazionale di carni avicole - pollo e tacchino - che in quegli anni si crea una task force di veterinari allevatori e ricercatori in grado di dare le prime risposte concrete all' epidemia.

Nel 2006 arriva dalla Nigeria un virus patogeno di aviaria. Dopo averne scoperto il codice genetico, Ilaria Capua si trova davanti a un grande dilemma. Sino a quel momento per molti ricercatori e scienziati comunicare una scoperta importante significava riporla in un cassetto al riparo da occhi indiscreti in attesa di un'approvazione per pubblicarla su una rivista scientifica autorevole che poteva richiedere un anno di tempo.

Ilaria Capua si rifiuta di inserire la sequenza genetica del virus nigeriano in una banca dati accessibile a soli 15 laboratori nel mondo; la scoperta viene invece inserita in Gene Bank, una banca dati ad accesso libero, e ben 1000 laboratori nel mondo la scaricano in una settimana. Laboratori di tutto il mondo hanno accesso a quei preziosi dati, potendo continuare la ricerca e formare una coalizione per combattere la diffusione del virus.

Questo gesto destò inizialmente molta resistenza. Ma di lì a poco Ilaria Capua ricevette numerosi riconoscimenti internazionali e la condivisione dei dati fu ben presto accettata da tutti.
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