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Alessandra Mastronardi

Sofia Silvestri

Puoi descriverci il personaggio di Sofia?
"La sua famiglia è italiana. Vive ed è cresciuta a Belfast da quando è piccola, ma ha ricevuto un’educazione italiana. Suo padre vorrebbe che lei continuasse ad osservare le tradizioni italiane, sposare un uomo italiano, stare a casa e curare la famiglia. Ma lei vive in un periodo in cui tutto inizia a cambiare, quindi inizia a resistere alla vecchia tradizione impostale. Decide così di vivere per ciò in cui crede. Amo questo personaggio. Penso che sia davvero forte. Ciaran Donnelly (il regista) ed io abbiamo deciso di farla sempre sorridere quando si trova con Mark. In tutti glia altri momenti della storia è sempre seria.”

Hai portato molto del tuo carattere in questo personaggio?
"No. Lei è diversa. Credo che sia migliore di me. Molte volte inizio qualcosa che poi abbandono prima di portarlo a termine. Lei è davvero forte, seria e vivace. Potrebbe insegnarmi un paio di cose."

Il rapporto che ha con il padre conservatore, Pietro, è una storia tradizionale italiana?
"E’ molto italiana. Io, Massimo Ghini (Pietro) e gli altri attori abbiamo aggiunto delle piccole cose alle sceneggiature in modo che ci fosse una vera famiglia italiana nella storia. Quel genere di famiglia era veramente così nel 1912. A quel tempo,  le giovani donne non potevano fare nulla senza il consenso dei genitori.”

Com’è il rapporto tra Sofia e Violetta?
"E’ un normale rapporto tra due sorelle. Sofia si prende cura della sorella – a volte fin troppo. Io ho una sorella che ha cinque anni più di me; siamo molto simili a Sofia e Violetta.”

Che cosa ha Mark Muir che Sofia trova così attraente?
"Il suo mondo. Lei è affascinata dal suo mondo. Non è come gli altri uomini che le è capitato di incontrare. Lui crede fermamente nelle proprie azioni. Ha anche un certo alone di solitudine che lo caratterizza. A lei piace questo mistero. Sono simili perchè entrambi lottano per qualcosa, e quando si incontrano, riconoscono qualcosa l’uno dell’altro. Nella storia, Mark va con molte donne, ma con Sofia fa sul serio. E’ pragmatica e razionale”

Durante lo sviluppo della storia, Sofia scopre di avere in comune con lui molto di più di quello che pensava inizialmente”
"Esattamente. Lui ha molto segreti. Penso che sia davvero interessante. Lei lo ama."

C’è stata un’intesa con Kevin Zegers, che interpreta Mark?
"Sì, all’inizio è stato difficile, perche essendo italiana, faticavo a parlare inglese. E’ una persona dolce. Ora siamo diventati amici, quindi è divertente girare scene con lui. Non so come sembra dall’esterno, ma credo che ci sia un’intesa. E’ una grande famiglia. Penso che sia normale quando giri per quattro mesi, in città e paesi diversi. Kevin ne parlavamo proprio un paio di giorni fa. “Mi mancherai quando tornerò a Los Angeles”. E’ davvero una bella persona.”

Com’è stato lavorare con Massimo Ghini, che interpreta tuo padre nella serie?
"In Italia lo conoscevo di fama, ma non mi era mai capitato di lavoraci insieme. Sono davvero felice che abbia interpretato mio padre perché ha aggiunto qualcosa di autentico alla famiglia. Molto è merito suo. E’ un italiano forte e un ottimo attore”.

E cosa ci puoi dire di Valentina Corti, che interpreta Violetta?
“Siamo molto simili. Con lei e Denise, che interpreta Emily, siamo una squadra. Insieme siamo forti. E’ divertente stare insieme sul set, girare e recitare insieme. C’è una comunicazione straordinaria, al livello relazionale e comportamentale. Mi piace davvero. E’ molto facile lavorare così”.

Il fatto che la storia ha avuto origine in Italia, e molti membri del cast e delle troupe sono italiani, ti ha reso più a tuo agio ?
“Sì,  la produzione è italiana. Ci sono solamente sei o sette attori italiani, e circa cinque membri della troupe, quindi siamo 10 in totale. Mi piacciono molto tutti gli elementi internazionali che contornano questa serie.”

Come paragoni Titanic. Nascita di una leggenda  rispetto ai tuoi lavori precedenti?
"Questo è il mio terzo film, anche se non ho mai lavorato così tanto in inglese. E’ stato difficile con la sceneggiatura e il dialogo? Sì. E’ stato un lavoro enorme per me. All’inizio dovevo tradurre tutto mentalmente. Ora non so se dovrei sognare in italiano o in inglese.”

Hai delle scene preferite?
"Molte. Tutte le mie scene preferite sono con Denise. Le voglio un gran bene e la reputo un’attrice fantastica. Amo le scene dello sciopero. C’è una scena con una grande manifestazione in cui muore un personaggio. Ricordo di aver pensato che fosse incredibile  - c’era un’energia papabile. Qui è tutto curato nei dettagli: i costumi e la scenografia sono fantastici. Quando arrivi sul set, hai veramente l’impressione di essere nel 1912. Anche le comparse sono incredibili: volti, vestiti e un’energia bellissimi. Se parli con qualche comparsa, ti diranno “mio nonno ha partecipato allo sciopero”.

E’ stato un lavoro divertente?
"Difficile, ma allo stesso tempo mi sono divertita. E’ difficile girare un film per un periodo così lungo, soprattutto quando devi girare così tante scene ogni giorno”.

Ti senti addosso una maggiore responsabilità, in quanto protagonista?
“Assolutamente. Ho paura. Ho paura del mio inglese, del mio personaggio. Forse ora non più, ma all’inizio…”

Il personaggio che interpreti è fittizio, tuttavia rappresenta la gente dell’epoca?
“Spero proprio di sì. Ecco perché hanno sviluppato questi personaggi intorno al Titanic. Spero di riuscire a rappresentarli. Molti italiani sono arrivati a Belfast dalla Toscana. C’era una grande comunità italiana a Belfast. Spero di riuscire a ritrarli bene. Dobbiamo sapere tutta la storia del Titanic. La sua costruzione è solo un pretesto per affrontare tutte le difficoltà del tempo, lo scontro tra ricchi e poveri, tra cattolici e protestanti. Spero che il messaggio che arrivi al pubblico non è solo quello della costruzione della nave, ma il contesto nel quale è stata costruita. Questa è la vera storia: la vita dei personaggi.”

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