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Ritratto d'autore: Ernest Chausson

in onda giovedì 19 novembre alle ore 17,00

Ritratto d'autore: Ernest ChaussonIn una preziosa quanto mai celebre fotografia scattata a casa sua nel 1893 lo vediamo al pianoforte, in piedi vicino al suo giovane amico Achille-Claude Debussy; Ernest Chausson è una figura di rilievo nel panorama francese ed europeo di fine Ottocento, il cui stile fu definito di collegamento tra tradizione e modernità, tra il romanticismo di Massenet e Franck e l'impressionismo di Debussy.

Portato dalla famiglia verso gli studi di legge, che concluse senza mai praticare, sentendosi naturalmente volto alle arti si cimentò con la pittura e con la letteratura, approdando tardi alla musica; venticinquenne, al Conservatorio di Parigi studiò Composizione proprio con Massenet e Franck, che sempre fu suo mentore e sostenitore, oltre che ammirato esempio.

Grande collezionatore d'arte, Chausson frequentò letterati, poeti, intellettuali e musicisti che riceveva abitualmente nelle sue serate: ricordiamo, oltre a Debussy, Fauré, Dukas, Duparc ed Albeniz (col quale Chausson dimostrò la sua generosità); aveva in casa quadri di Monet, Degas, Redon, fu amico di Mallarmé e con Vincent d'Indy si recò a Bayreuth per assistere alla prima del Parsifal.

Chausson parcecipò dall'interno alla vita musicale del suo paese, in qualità di segretario della Société Nazionale de Musique dal 1886 alla morte nel 1899, e visse intensamente la complessa stagione del tardo romanticismo europeo; le suggestioni wagneriane non lo lasciarono indifferente, gli influssi franckiani sono evidenti nella sua musica ma egli seppe sviluppare un suo linguaggio personale.

Il catalogo delle opere di Chausson non supera gli anni della sua breve vita (nato nel 1855 morì a 44 anni per una rovinosa caduta dalla bicicletta) e consta di sole 39 composizioni: non ascolteremo oggi le sue liriche per canto e pianoforte, forse più significative, almeno in senso formale, della produzione di Chausson, scegliendo invece composizioni di più ampio respiro, tutte risalenti ai suoi ultimi anni di vita.

Prima proposta è il Concerto in re maggiore per violino, pianoforte e quartetto d'archi op. 21 scritto nel 1889 su invito del violinista belga Eugène Ysaye, concluso - senza eccessiva fiducia dell'autore - solo tre anni dopo, e favorevolmente accolto dal pubblico.

Questa composizione, in cui il titolo e l'organico apparentemente si contraddicono, in bilico tra la virtuosistica concezione solistica e la realizzazione cameristica, si rivela decisamente esplicativa della spiccatissima sensibilità al suono e del peculiare linguaggio di Chausson; i sei strumenti creano mutevoli equilibri reciproci con momenti di grande fascino e suggestione; interpreti Vladimir Spivakov, la pianista Helene Mercier ed elementi de "I Virtuosi di Mosca".

Opera più celebre ed eseguita di Chausson, il Poème per violino ed orchestra (1896) rappresenta in modo supremo la poetica del compositore, intrisa di una forte sensualità sia nella concezione del suono che in senso melodico-armonico; echi fortemente romantici riportano all'indietro a Ciaikovsky, modulazioni ed armonie riecheggiano Wagner, mentre nelle continue ondate dinamiche che corrono su fili sonori impalpabili e delicati come seta possiamo presentire tutta la carica impressionistica ed innovativa di Debussy ma anche di Scriabin; interprete Joshua Bell con la Royal Philharmonic Orchestra diretta da Andrew Litton in un'incisione del 1991.

Concludiamo l'incontro col musicista francese con la Sinfonia in si bemolle maggiore, unica composizione del genere, in cui si fa più che mai evidente una più volte segnalata dagli studiosi opulenza sonora, mutuata direttamente dallo stile di Cesar Franck, per quanto innegabilmente segnata da una tangibile, raffinatissima sensualità e che si accompagna a citazione wagneriane quasi letterali; datata 1891, la Sinfonia è qui interpretata dalla Dallas Symphony Orchestra diretta da Eduardo Mata.
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