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Trio Modigliani

Concerti del Quirinale - in onda sabato 8 dicembre alle ore 17,30

Trio ModiglianiIl Trio Modigliani nasce dalla convergenza di interessi musicali coltivati da artisti già affermati nel panorama concertistico, impegnati da tempo nel repertorio cameristico e tuttavia convinti che il Trio con pianoforte non sia stato ancora sufficientemente coltivato in Italia. Pochi, storicamente, i musicisti che si siano dedicati in modo specifico alla formazione del Trio e non più attivi, comunque, i migliori interpreti dell'ampia letteratura che esiste per questo tipo di formazione. Senza rinunciare al percorso maturato da ciascuno dei suoi componenti, il Trio Modigliani ne mette a frutto l'esperienza dando vita a un organismo di elevata qualità artistica e professionale. I fratelli Angelo e Francesco Pepicelli hanno alle spalle venticinque anni di attività in duo, Mauro Loguercio è stato per un decennio primo violino del Quartetto David e ha collaborato, in Trio, con Nikita Magaloff e Antonio Meneses dal 1987 al 1990. Il Trio Modigliani si è presentato sulla scena a Londra, nel 2006, nella sala della musica della Guildhall School, quindi in tournée in Brasile nel giugno del 2007, e in una lunga serie di concerti in Italia.

A Beethoven risale l'inizio del processo che trasforma il Trio con pianoforte da composizione di tipo salottiero a genere più ambizioso, espressivo e ricercato: un lungo cammino che approderà alle ampie dimensioni concertistiche del cosiddetto Trio Arciduca (op. 97). Il Trio "degli spettri" o "degli spiriti" (Geister Trio) è il primo passo da lui compiuto in questa direzione: un'opera appassionata, di colore scuro, che alterna effusioni liriche a improvvisi, laceranti silenzi, come pure forti dinamiche sonore a impreviste ricadute in passaggi soffusi. Come in un meccanismo tragico, i tre movimenti costituiscono rispettivamente una preparazione (Allegro vivace e con brio) , un acme drammatico dai contorni indefiniti (Largo) e un momento catartico di liberazione delle energie (Presto).

Johannes Brahms è stato, nell'Ottocento, l'autore che più di ogni altro ha dedicato al Trio con pianoforte le sue energie compositive, trovando in questa formazione la dimensione ideale di un'espressività intima e tuttavia controllata, raccolta e tuttavia molto nitida nei suoi contorni. La sua cura meticolosa della forma, quasi un argine opposto al sopravvento dei sentimenti nudi e crudi (questa la convincente lettura di Massimo Mila), è perfettamente esemplificata dall'andamento del Trio op. 101 , composto nel 1886, eseguito a Budapest dall'autore insieme al violinista Jenö Dubay e al violoncellista David Popper (padre del critico d'arte Leo Popper), basato su un perfetto equilibrio di energia e lirismo.

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