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Star Trek: The Next Generation

Domenica, due episodi dalle 15:00

Prodotta per sette stagioni e un totale di centosettantotto episodi, Star Trek: The Next Generation (1987-1994) debutta sugli schermi americani quasi vent’anni dopo la serie classica di Star Trek (1966-1969): l’ideatore Gene Roddenberry porta così a compimento un progetto già avviato nella seconda metà degli anni settanta e successivamente sospeso per passare alla realizzazione del primo Star Trek (1979) per il grande schermo.

L’incipit di ogni episodio mette anzitutto in evidenza una forte continuità con il prototipo: scopo principale dei viaggi della nuova nave stellare Enterprise – qui contrassegnata dalla lettera D in coda al numero di sigla – è ancora l’esplorazione di mondi lontani e sconosciuti. Dai fatti narrati nella serie classica sono però passati ben settantotto anni e un equipaggio totalmente rinnovato è il segno più evidente di questo balzo in avanti dal XXIII al XXIV secolo.

Accanto al comandante Jean-Luc Picard (Patrick Stewart) troviamo il primo ufficiale William Riker (Jonathan Frakes), l’ufficiale scientifico Data (Brent Spiner), l’ingegnere capo Geordi La Forge (LeVar Burton), l’ufficiale tattico Worf (Michael Dorn), l’ufficiale medico Beverly Crusher (Gates McFadden) e la consigliere Deanna Troi (Marina Sirtis).

Il balzo in avanti è, d’altra parte, occasione di un radicale aggiornamento dell’universo fantastico immaginato dalla serie. Accanto alla comparsa di nuove tecnologie come il ponte ologrammi, a cambiare è soprattutto lo sfondo “politico”: allegoria di una guerra fredda ormai prossima a concludersi, la rivalità tra la Federazione dei Pianeti Uniti e l’Impero dei Klingon lascia qui il passo a un più complesso antagonismo postmoderno fra uomo e macchina, ben rappresentato dai mostruosi androidi Borg.

Se la pace coi Kligon è ben incarnata dal personaggio dell’ufficiale tattico Worf, un klingoniano che prende idealmente il posto del russo Pavel Chekov della serie classica, il dualismo uomo/macchina caratterizza anche un membro dell’equipaggio, l’androide Data, incapace, nel solco del vulcaniano Spock, di provare emozioni umane, ma nettamente contrapposto all’assimilazione e alla spersonalizzazione dei Borg proprio nella sua incrollabile volontà di comprendere i sentimenti.

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