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- Pubblicato il07-12-2022
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NEPPURE CON UN FIORE
IN ONDA IL GIOVEDI' ALLE ORE 11.45 CA
PUNTATA DEL 2 APRILE
MEDIA E VIOLENZA DI GENERE
«Voleva lasciarlo e l’ha uccisa» «L’ha uccisa perché l’amava troppo», “Padre modello ma depresso, aveva perso il lavoro…” o ancora “Love story con una tredicenne”…!!
Sono alcuni titoli letti di recente, che ci fanno interrogare su quale ruolo può, o potrebbe avere, l’informazione nel contrasto alla violenza contro le donne e quanto invece si nutra ancora di stereotipi e proponga un racconto dalla parte dell’aggressore. Esporre con ridondanza le ragioni del killer o del maltrattante e tacere le aggravanti è prendere una posizione. Derubricare a “conflitti coniugali” le violenze domestiche, scrivere di uomini che “uccidono per troppo amore” di «istinti irrefrenabili», parlare di “raptus” come esito di un abbandono è prendere una posizione.
Una posizione forse involontaria, dettata dalla fretta dei ritmi del lavoro giornalistico o da inconsapevolezza, ma che rendono la donna vittima una seconda volta. In quest’ultima puntata di “Neppure con un fiore” ci interroghiamo sulla responsabilità dei media nella rappresentazione della violenza di genere, perché le parole giuste per raccontare e svolgere il diritto-dovere di cronaca senza alimentare una mentalità sbagliata esistono.
Gioia Meloni ne parla con:
Silvia Garambois, presidente di GiULiA, associazione giornaliste unite libere autonome, fa parte della Commissione Pari Opportunità della Federazione della Stampa. Ha promosso il manuale per gli operatori dei media “Stop violenza: le parole per dirlo”
Fabiana Martini, giornalista, coordinatrice di Articolo 21 in FVG, si occupa di formazione, in particolare per giornalisti e studenti, sui temi delle pari opportunità, della violenza contro le donne e dell’hate speech.
Mimma Caligaris, giornalista sportiva, promotrice del manifesto “Media Donne Sport: idee guida per una diversa informazione”, fra gli estensori del Manifesto di Venezia per il rispetto e la parità di genere nell'informazione
Paola dalle Molle, scrive per il “Messaggero Veneto”, fa parte del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti dove coordina la “Commissione Pari opportunità”. È una delle promotrici del protocollo “Media e rappresentazione di genere” noto come Carta di Pordenone
Le donne non si toccano neppure con un fiore è un vecchio modo di dire, un luogo comune falso ed ipocrita perché, in tutto il mondo, le donne vengono picchiate, lapidate, sfregiate, uccise. Le donne vittime di femminicidio (ovvero di omicidio volontario in ambito familiare o affettivo) negli ultimi 4 anni in Italia sono state circa 600, una ogni due giorni.
Un evento fatale che la maggior parte delle volte avviene al termine di una lunga serie di violenze: insulti, umiliazioni, percosse, limitazione della libertà, rapporti sessuali imposti, persecuzioni che tante troppe donne subiscono per anni. Vergogna, paura di non essere credute, timori di ritorsioni, anche sui propri figli, quasi sempre testimoni delle violenze, senso di solitudine, sono alcune delle ragioni che portano al silenzio.
Il ciclo che vi proponiamo è stato realizzato in collaborazione con il Goap e il coordinamento dei centri antiviolenza del FVG. Il nostro obiettivo è di raggiungere donne che potrebbero essere in difficoltà per dire loro che non sono sole, che non sono le uniche ad aver attraversato l’inferno delle minacce o delle percosse e che nella nostra regione possono trovare ascolto, sostegno psicologico e legale e anche - se lo vogliono - un aiuto ad andarsene. Perché nelle nostre città ci sono centri antiviolenza con operatrici qualificate, case rifugio a indirizzo segreto, reti sociali, e altre donne pronte ad ascoltarle e ad aiutarle.
Ogni settimana ascolteremo rappresentanti delle forze dell’ordine, magistrati, avvocati, medici, psicologi e anche la testimonianza di una vittima. Un racconto che aiuterà a comprendere e che, in alcuni casi, forse servirà ad identificarsi, per dire a tutte che uscire dalla violenza si può e si deve!!
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UN PROGRAMMA DI
GIOIA MELONI
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CONDUCONO
GIOIA MELONI E RAFFAELLA CAVALLO